Con l’inizio del nuovo anno 2021 riportiamo il discorso tenuto dal M° Tada Hiroshi (direttore didattico dell’Aikikai Italia) in occasione della tradizionale cerimonia del Kagamibiraki:
“Buon anno a tutti e tutte, spero che abbiate dato il benvenuto all’anno nuovo con il proposito di praticare Aikidō con dedizione.
Quando improvvisamente l’anno scorso il nuovo corona virus cominciò a diffondersi, con esso si diffuse anche una confusione che continua tuttora. Per questo motivo, i dōjō sono stati chiusi e si è presentato il problema delle scuole e dell’utilizzo limitato di altre strutture pubbliche.
In tempi come questi credo che molte persone si siano chieste come continuare ad allenarsi. Ovviamente, con le dovute precauzioni per evitare il diffondersi del virus, bisogna mantenere sia la salute fisica sia quella mentale.
Inoltre, per migliorare la vostra pratica dell’Aikidō, è necessaria una dedizione costante, e ciò vale per tutte le discipline artistiche. Per migliorare è necessaria l’armonia tra la vostra pratica e la vostra vita quotidiana. Qui ho usato la parola geijutsu, arte. Ma nel periodo Edo geijutsu si riferiva all’arte della spada (kenjutsu) dei guerrieri (bushi). Poi, nel periodo Meiji, giunse nella categoria di arte* come nei linguaggi europei, ed eccoci ad oggi.
L’Aikidō, che è costituito delle tecniche di più alto livello del kenjutsu dei guerrieri, è uno splendido percorso artistico. Per procedere lungo questo cammino senza fermarsi, la pratica a casa è essenziale. Si può fare in ogni situazione. Dal kinorenma, la coltivazione dello spirito che si origina da kokyūhō, fino alle basi dei movimenti dei piedi e la sequenza delle tecniche, per creare le proprie sensazioni, si possono fare tutte queste cose.
Il fondatore dell’Aikidō Morihei Ueshiba Sensei, disse che aiki è misogi (purificazione). Misogi è una parola radicata profondamente nelle caratteristiche naturali giapponesi. Ma per capirla in una prospettiva globale credo ci si possa anche chiamare pratica meditativa. In altre parole l’Aikidō è sia un’arte sia una forma di meditazione. Questa assimilazione dell’arte con la meditazione è una parte importante della cultura tradizionale giapponese. Per poter fare un Aikidō così significativo, la pratica personale è indispensabile.
A questo punto vorrei recitare uno dei dōka di Ueshiba Morihei Sensei:
“Sii sincero e impegnati con sincerità, comprendi la verità essenziale: visibile e invisibile sono la stessa cosa; sii sincero e impegnati con sincerità, comprendi la verità fondamentale: visibile e invisibile sono la stessa cosa.”
Con ciò, uniti attorno al Dōshu Moriteru (Ueshiba Moriteru, attuale Dōshu dell’Aikikai), continuiamo quest’anno la nostra pratica in buona salute”